Il solco del Rio Mollaro
(Panaròtta)
segna in modo evidente la separazione tra la piana omonima e le pendici della montagna che salgono verso la Predaia, formando la sponda sinistra dell’ampia Valle di Non.
Sulla strada per Vervò, Tuenetto è il primo paese che si incontra. Le coordinate geografiche della frazione sono Latitudine 46,30° Longitudine 11,08°, altezza sul livello del mare 493 metri presso la chiesa, 500 metri alla «Ponta de stradón», l'entrata a nord del paese.
Adagiato ai bordi, ma in posizione dominante rispetto al proprio territorio, il villaggio occupa la prima balza del versante che degrada dolcemente verso sud in direzione
della confluenza tra i rivi di Mollaro e Tuenetto nella valle che lo separa da Dardine.
Questo territorio, caratterizzato da una morfologia a terrazzo, costituisce la matrice fisico-ambientale della formazione del paese. Tuenetto ha una struttura urbana
simile a molti altri paesi che si trovano in condizioni geografiche analoghe e che sviluppano relazioni elementari con il proprio territorio come l’agricoltura.
L’elemento unificante e determinante dell’assetto urbano è la strada che lo attraversa, lungo la quale si snoda il nucleo abitato. Il paese fin dall’origine era
costituito da cinque nuclei, dovuti probabilmente all'aggregazione di edifici rurali, quattro dei quali sorti su un unico lato della strada, disposti a semicerchio
ed uno al centro, separati da brevi spazi che consentivano l’accesso alle campagne. La strada principale si conclude di fronte alla chiesetta riuscendo ad aggregarla
al paese, nonostante la sua posizione un poco discosta e formante col cimitero un complesso di pregevole qualità paesaggistica. La realizzazione nel
2005 del parco giochi e di un parcheggio adiacenti alla chiesa, ha un pò modificato l’ambiente,
e tuttavia ha mantenuto la sua caratteristica primaria.
Oltre la chiesetta, l’altro polo socialmente importante è la piazza, delineata da edifici ed orti, un tempo dotata di
fontana centrale demolita nei primi anni cinquanta del Novecento e sostituita con quella attuale
in cemento.
Edifizi del Comune di Tuenetto - Anno 1859
Successivamente all’anno 1860 si è verificato un processo di saldatura edilizia mediante ampliamenti degli edifici esistenti e la costruzione di nuovi
che hanno ridotto gli spazi destinati agli orti. Ciò è facilmente riscontrabile dal confronto della situazione attuale con le mappe che costituiscono
il catasto austriaco.
La topografia del 1859
Più recentemente il processo edilizio ha ulteriormente ridotto gli spazi interni e gli orti con ampliamenti e trasformazioni che talvolta hanno modificato il carattere delle tipologie edilizie tradizionali. L’espansione degli ultimi anni è avvenuta alle estremità dell’abitato consentendo al paese di mantenere il suo carattere originario senza provocare alterazioni alla sua struttura. Tuenetto fu Comune amministrativo autonomo fino al 1928, quando divenne frazione del Comune di Taio che comprendeva, oltre al capoluogo, i paesi di Dardine, Dermulo, Mollaro, Segno e Torra. Dal 1 gennaio 2015 fa parte del Comune di Predaia nato dalla fusione dei comuni di Taio, Coredo, Tres, Vervò e Smarano e che comprende 14 frazioni.
Foto aerea di Tuenetto scattata negli anni '90
La balza su cui poggia Tuenetto nettamente separata dai solchi dei Rivi Mollaro e Tuenetto
Tuenetto nella mappa del 1859
La topografia più recente
Le carte che qui presentiamo sono tratte dal sito della Regione Tirolo - Land Tirol - consultabili al seguente indirizzo: https://www.tirol.gv.at/it/. Clicca sul bottone:
Tuenetto fino alla nuova odonomastica del comune di Taio introdotta nei primi anni 2000, aveva una sola via che il Regno d'Italia, dopo la
prima guerra mondiale, s'era affrettato ad intitolare al generale
Armando Diaz per
accelerare l'italianizzazione del sudtirolo appena conquistato (in altri villaggi come a Mollaro appaiono la via Dante Alighieri e la via
Principe di Piemonte, a Segno Piazza Vittorio Emanuele ecc.).
Oggi Tuenetto ha due vie: la via di san Rocco che è la principale
e attraversa il paese per intero fino a giungere davanti alla chiesa; l'altra indicata via dei Campi che si diparte dal paese nelle vicinanze
della chiesa e porta in direzione sud-est verso la
«cros dei plazi».
Altri toponimi riguardanti l'abitato sono: piazza, a la crós, pónta de stradón, vila, vinciào (via a la glésia), riportati nell'elenco che segue.
Il territorio circostante compreso fra il Rio Mollaro, (Panaròta) a ovest e il Rio Tuenetto a sud e la strada provinciale 13 della Predaia a nord-est,
è diviso fondiariamente in quattro porzioni e precisamente: Campi Longhi a sud-ovest dell’abitato, Signori che è la zona ad est del paese,
Traversara che è l’area servita dalla Strada de dre al Dos a sud-est e, infine, Plazoni località a nord, nord-est del paese.
Fin qui i toponimi riportati dal Libro Fondiario, ma molto più numerosi sono i nomi coi quali i paesani indicano le proprie campagne. Ne abbiamo raccolto 56 per
ciascuno dei quali è riportata la pronuncia dialettale seguita da una breve descrizione (es. frutteto, bosco, incolto ecc.), quindi la localizzazione rispetto agli
altri luoghi e l’ubicazione sul Libro Fondiario (L.F.); a conclusione, eventuali brevi note spiegative ed eventuali varianti. Tra le parentesi quadre [ ] sono indicati
i relativi numeri delle particelle fondiarie.
Alla lista sono stati aggiunti alcuni nomi locali non insistenti sul comune catastale di Tuenetto ma confinanti; inoltre si sono elencati nomi di luogo rinvenuti
nelle vecchie carte e oggi non più usati.
Ordinati alfabeticamente sono i seguenti:
1. Belvedere
su al - frutteto - N busa, E C.C. Priò, O S.P. 13 - L.F. Traversara - Luogo panoramico sulle campagne di Tuenetto e Mollaro. - Var. Belvedére de la Pasca dal
nome della proprietaria, Pasqua Casagrande 1876-1954. [p.f. 659]
2. bosc’
zó 'ntel - bosco ceduo - E ciampi longi, O Rio Mollaro, S Confine Dardine, N prà del Zago - L.F. Campi Longhi - Forte pendenza rivolta a Ovest - Var.
bosc’ del Milio (antico proprietario Emilio Melchiori 1905-1977). Luogo dove c'è la grotticella chiamata Tana del Minòt oggetto della
leggenda delle origini di Tuenetto. [pp.ff. 836/1, 836/2]
3. bòze
zó a le - bocciodromo - E S.P. 13, O Slavina, S Ponzèi - Bocciodromo gestito dalla Società Sportiva
“La Pieve” che si trova nelle immediate vicinanze dell’abitato. Nel dialetto la parola bòza è (anche) la boccia da gioco e per estensione
si indica il campo da bocce. L'impianto sportivo fu realizzato negli anni 1979-80 su terreno di proprietà della frazione [p.f. 642].
4. brocéte
su a le - frutteto - N cianàl, E gòse, S plazóni - L.F. Plazoni - Terreni mediamente inclinati rivolti a Ovest. [p.f. 668/1, 668/2, 668/3]. Incerta l'origine
di questo toponimo; nel dialetto noneso «brocéta» vuol dire "chiodino"; la medesima radice broc-,
suggerirebbe una derivazione dal termine noneso «bròc'», ossia pollone, virgulto o anche fuscello secco; pure il termine «brocón», ossia l’erica,
che si usa per lettiera del bestiame ha la stessa radice.
5. busa
la - incolto - N valsèle, E C.C. Priò, S Belvedére, O miniera - L.F. Plazoni - Località su cui sorge il nuovo deposito dell’acqua potabile di Tuenetto
(il vecchio deposito, ancora presente ma non in esercizio, è situato in prossimità
della Curva del sifón a valle della strada; rimase funzionante fino al 1994 anno in cui fu costruito quello nuovo attiguo all’imbocco della galleria
Rio Maggiore). [p.f. 644/3]
6. ciampét
via al - frutteto - N lava, E plazóni, S strada de le vil, O idem - L.F. Traversara - Piccolo podere semipianeggiante. [p.f. 693]
7. ciampi lòngi
zo ai - frutteti - E manóscole, pradi, S valéta, O vignòla e bosc’ - L.F. Campi Longhi - Questo toponimo è d'uso corrente da tempi molto antichi.
8. cianàl
su a le - frutteti - N S.P. 13, E idem, S plazóni, O credàzi - L.F. Plazoni - Frutteti in leggero declivio rivolti a Ovest. Su questi terreni passa l'acquedotto
irriguo di Dardine, Tuenetto, Mollaro, Torra e Segno, il «léz» ovvero la
«cianàl», da ciò si ritiene si origini il toponimo. [p.f. 652/2, 652/4].
9. credàzi
via ai - frutteto - N S.P. 13, E cianàl, S plazóni, O signori - L.F. Signori - Frutteto in pendio rivolto a Ovest. Nel dialetto noneso «credàz»
significa terreno argilloso e in effetti questa località ha questa caratteristica. Documentato in Atto
29-10-1587 - nr. 875.
10. crós dei plazi
- croce in pietra - Posta al quadrivio strada «dei plazi», strada «de dré al dòs», strada «dei lizài» e strada «de la crós». In pietra
locale, alta circa 4 metri; (è identica alla croce di molto più vecchia collocata a nord della piazza del paese. Questa «dei plazi» sostituisce dal
1954 una vecchia croce in legno tappa delle rogazioni; posata in origine sul lato destro della strada che scende ai plazi, fu collocata sul lato
opposto per far posto al distributore d’acqua per atomizzatori (carica botte).
11. curva del sifòn
tornante S.P. 13 - L.F. Plazoni - Sottostante il piano stradale fu posto il sifone dell’acquedotto irriguo di Dardine, Mollaro, Tuenetto, Torra e Segno.
Prima del 1936, anno della realizzazione dell’acquedotto, era chiamata «curva dei vagoni» per la presenza contigua del
piano inclinato di risalita dei vagoni che trasportavano il materiale
dalla cava del «Cirò» ai forni della Miniera San Romedio.
12. dòs de la Ema
- incolto, bosco spontaneo - N C.C. Torra, E C.C. Priò, S valsèle O miniera - L.F. Plazoni. Parzialmente spianato per far posto alla Miniera San Romedio
(un tempo proprietà comunale il terreno era coltivato a vigneto dalla affittuaria Emma Angelini vedova Melchiori
Giovanni soprannominata Ema Zànela o anche Ema Santa). [p.f. 644/12]. I lavori di scavo delle gallerie ipogee della Miniera san Romedio eseguiti
nei primi anni 2000, hanno notevolmente modificato l'aspetto di questi terreni.
13. dré al dòs
su - bosco spontaneo - S palù, O strada de dre al dòs, E confine con Priò - L.F. Traversara. Forte pendìo boscoso rivolto a Est. Per la maggior parte terreno di proprietà
comunale che fino a tutto l'800 era dato in affitto a privati (vedi documenti sotto); nella mappa catastale austroungarica, alla metà dell'800 appare
coltivato a vigneto.
14. frate
30. póz
via al - frutteto - E strada de le vil, S lite, O strada de la cros - L.F. Traversara - Frutteti pianeggianti nelle immediate vicinanze della Chiesa di San
Rocco. Toponimo documentato in diversi atti medievali (nr. 200 - 2 maggio 1489; nr. 861 - 6
giugno 1587; nr. 933 - 19 novembre 1603; nr. 1034 - 4 gennaio 1619). E’ certa l’esistenza in tempi antichi in questo luogo di un pozzo pubblico. Parte del
póz fu acquistato dal Comune di Taio nel 2003 per realizzarvi il parco giochi del
paese. [p.f. 698/1]
31. prà
zo al - frutteto - N ponzèi, E sentéri da Molàr, O idem - L.F. Campi Longhi - Terreno in forte pendenza racchiuso entro la strada per Mollaro (sentéri da Molàr). -
Var. Pra de l’Ànzol dal nome del proprietario Angelo Covi 1875-1956. [pp.ff. 837/1, 837/2]
32. prà del Zago
zo al - frutteto - E sentéri da Molàr, S bosc’, O Rio Mollaro - L.F. Campi Longhi - Terreno in forte pendenza rivolto a Ovest digradante fino al Rio Mollaro.
- Var. Zago. I Zaghi erano gli appartenenti ad una famiglia dimorante a Mollaro proprietaria del fondo e della quale si sono persi i ricordi.
Forse si tratta della famiglia Keller il cui membro Ambrogio stipulò nel 1896 un contratto
col Comune di Tuenetto per la cessione di una porzione di terreno al fine di migliorare un breve tratto di strada comunale vecchia che porta a Mollaro
alla località alle Frate in mappa Campilonghi. [p.f. 838]
33. pradi
fòr ai - frutteti - N vetóre, E strada de la cros, S lizai, O manóscole - L.F. Campi Longhi - Frutteti pianeggianti con terreno umido.
34. rì de Tuenét
- ruscello - Esiguo ruscelletto che dalle «Palù» scorre nella val de Dàrden per confluire nel Rio Panaròtta. Lungo il suo breve corso è
alimentato da diverse piccole sorgenti. Segna il confine con i CC.CC. di Priò e Dàrdine.
35. róa
zo a la - sorgente - Sorgente perenne che sgorga in prossimità della valéta. - L.F. Campi Longhi. Il
Lorenzi propone per roa - rovina, smottamento, frana. [p.f. 809]
36. sclavéte
fòr a le - frutteti - N lite, E vil, S strada de dré al dòs, O strada de la crós - L.F. Traversara. Frutteti pianeggianti. Tra le varie ipotesi di
derivazione di questo nome di luogo, ci pare fondata la seguente tratta da
Strenna Trentina 2019 pag. 165,
Toponimi formati su nomi di vitigni
a firma di Lydia Flöss: «[…] Tra questi il nome della varietà dell’uva schiava (in dialetto s-ciava) è quello che ha generato il più alto numero
di toponimi. Dal latino medievale Vitis Sclava “vite della Slavonia”, esso deriva, al
pari di altri, dal nome della regione di antica provenienza. Nella forma le s-ciave sono registrati toponimi nella piana Rotaliana (a Lavis, a
Mezzolombardo e a Roveré della Luna), in Val Lagarina (a Pomarolo, a Avio e ad Ala nella forma Vigne s-ciave), a Arco; nella forma s-ciavéte
[in noneso sclavéte, ndr], a Isera e a Trento nel toponimo Dòs de le s-ciave».
Perciò questi terreni avrebbero preso il nome dalla coltivazione a “vite schiava”; peraltro la vecchia carta datata 13 aprile 1789 sotto riportata parla
esplicitamente di un’“arativa e vineata posta nelle pertinenze di detto Tuenetto e luogo detto “alle sclavéte”.
37. sentéri da Molàr
- strada poderale - Via breve per Mollaro - Var. curta. [p.f. 883] Cementata e asfaltata nel tratto sul versante est per servire la stazione di
pompaggio della fognatura (1994). Visibili tracce dell'antico muro a secco di sostegno, ora quasi completamente sostituito con uno in cemento.
(Ascolta la poesia di Giorgio Melchiori)
38. signori
► Thor da Tuennetto (3-12-1539)
Non si tratta di un nome di luogo, bensì di una casa a Tuenetto. Tuttavia questa indicazione stuzzica la curiosità di sapere dove fosse ubicata la "torre",
e soprattutto se si trattasse di un'antica costruzione fortificata. Ciò evidentemente aprirebbe ad interessanti ipotesi sulla storia di Tuenetto, ma non ci è
dato al momento di saperne di più. Vedi
► de sóra delle case
In «Inventario e Urbario della Veneranda chiesa figliale di san Rocco, 1774 - p.17».
► a san Rocco
In «Inventario e Urbario, 1774 - p.375». - Spazio antistante la chiesa.
► alle lavine
In «Inventario e Urbario, 1774 - p.15». - Un campo situato nelle pertinenze di Tuenetto loco
detto «ai campi longhi - o sia - alle lavine»
► alle toniétte
In «Inventario e Urbario, 1774 - p.19»; Doc. 02-agosto-1876, Archivio Melchiori Diego.
► ai rés
In «Inventario e Urbario, 1774 - p.19».
► ai grezòti (gregiotti)
In «Inventario e Urbario, 1774 - p.19».
► alla pestaróta
In «Inventario e Urbario, 1774 - p.21».
► alle predesse (prendesse, prandesse)
In Doc. 26-luglio-1889, Archivio Melchiori Diego.
► a rìgol
► al piazzol
In «Inventario e Urbario, 1774 - p.18».
► alle màsere
In «Statuto del Comune di Tuenetto per la manutenzione delle sue strade comunali, 1884».
Art. 1 [...] e) – Il tratto di strada esistente fra i Rivi di Mollaro e Dardine detta alle Masere.
► ai sassi
In «Inventario e Urbario, 1774 - p.20».
► campo sot la Casa
In Famiglia Thun, linea di Castel Thun. Regesti delle pergamene dell'archivio (1244-1914) a cura di Margherita Faes, Provincia autonoma di Trento -
10 giugno 1542.
In secondo piano il «Belvedere de la Pasca» «Prà del Zago» antico proprietario del fondo «La curta» (senteri da Molar) collegamento breve per Mollaro «Canada» in fiore alle «Sclavete» «La Mosna» una volta luogo di deposito dei ciottoli dei campi La «róa» sorgente perenne in località «ciampi lòngi» La «valéta» la piccola vallecola in cui scola l'acqua della «roa» Le «manóscole» ai «ciampi lòngi» Le «frate» un tempo frutteto oggi terreno incolto I «plazi» dal versante di Dardine «Cros dei Plazi» tappa delle rogazioni «Prà de l'Anzol» della famiglia Covi zeséti Veduta aerea di Tuenetto negli anni '80 La fessura nella roccia alle «Varsèle» dalla quale sgorga l'acqua che un tempo alimentava l'acquedotto
potabile di Tuenetto Entrata del serbatoio dell'acqua potabile (oggi dismesso) di Tuenetto su a la
presa (Foto Ezio Melchiori) La cascata della pissarèla (Foto Enrico Melchiori) Fotografia estiva senza acqua (Foto Enrico Melchiori) Veduta sulle Varsèle Le strade comunali descritte nello Statuto del 1884 Le strade comunali nel 1923 Tracciato del sentiero che portava a Torra (Studio Tecnico Chini C. Torra)
Le strade per Mollaro
Fino a quando esistette il comune di Tuenetto le strade comunali e intercomunali rappresentarono un capitolo di grande importanza.
Lo si evince dai documenti ottocenteschi, che si son potuti conoscere.
Pende sino dal 1835 il progetto della riduzione delle strade nella Parrocchia di Torra, che da principio si aveva meditato di costruire nella larghezza di
16 piedi di Vienna [circa 5 mt.] e stabilito innallora di parte per impresa in tre diversi tronchi; in seguito però si decampò da quest’idea e si credette
sufficiente una larghezza in lume netto di 10 ai 12 piedi [circa 3 o 3,80 mt.].
Così comincia l'atto vergato in Torra il 28 agosto del 1841 col quale tutte le comuni della Parrocchia di Torra istituiscono, non senza
obiezioni da parte di qualcuna di esse, una "concorrenza" ossia un consorzio per la sistemazione delle strade della Parrocchia. Già allora appare chiaro
quanto fosse sentito il tema delle strade e la difficoltà di trovare accordi duraturi fra i paesi che ne facevano uso. Con quell'atto, mediante i rispettivi
rappresentanti, le comuni di Segno, Torra, Vion, Mollaro, Tuenetto, Dardine, Priò e Vervò (Pieve di Torra) tentarono di raggiungere un accordo per la riattazione
di tutte le strade che collegavano i villaggi.
Dal documento risulta che ci volle la mediazione del direttore dell'I.R. Cancelleria di Mezzolombardo signor de Attelmayer a trovare finalmente un unanime
accordo. Vedi
Esemplare, a proposito della cura che ogni comune riservava alle strade, è lo Statuto approvato
dalla Rappresentanza comunale di Tuenetto il 31 gennaio 1884.
Questo documento (conservato nella Biblioteca Comunale di Taio nella sezione ex Archivio del Comune di Tuenetto), consta di 16 articoli e fu approvato
[...] in quanto chè (Tuenetto) è un comune composto di poche famiglie circa N. 25, di scarsi proventi comunali, e siccome anche tutte le famiglie sono di
una limitata possidenza.
Lo Statuto si apre con l'elencazione delle sette strade comunali e l'articolo 2 stabilisce che alla manutenzione, riattazione e buona conservazione delle strade
comunali sono chiamati tutti comprese le famiglie forestiere che hanno un domicilio permanente nel comune. L'articolo 3 sancisce che il modo e il bisogno di
riattazione delle strade sarà stabilito dalla Rappresentanza comunale pro-tempore. Lo sgombro delle nevi, recita l'articolo 4, sarà «da eseguirsi in
seguito e giusta le ordinazioni del solo Capo comune o di chi ne fa le veci». L'articolo 5 dispone che le operazioni di manutenzione delle strade comunali
dovranno «...eseguirsi per turno da tutti gli individui detti ad art. 2, colla espressa osservazione che tutti i proprietari di bestiame da tiro o da giogo
dovranno presentarsi giusta le ordinazioni colle loro bestie aggiogate, ed i non possessori come braccianti». L'articolo 6 dispone che ogni prestazione
d'opera dovrà essere assolutamente gratuita, salvo per qualche eccezionale e costosa riattura o sgombro. L'articolo 7 precisa che nella chiamata alla prestazione
del turno si dovrà seguire un ordine costante ed equitativo. L'articolo 8 precisa che l'invito alla prestazione sarà intimato dal cursore comunale che percorrerà
di casa in casa 24 ore prima. L'articolo 9 recita: «La convocazione poi del turno verrà effettuata nell'ora prefissa e pubblicata col mezzo di un tocco della
campana, al quale segno i turnisti invitati dovranno prontamente riunirsi in sulla piazza della villa...». Gli articoli 10 e 11 regolano la partecipazione
alla prestazione da ogni famiglia che dovrà venir prestata dal miglior bracciante e non da altri eventualmente inetti, il direttore dei lavori escuderà quindi
fanciulli e donne. L'articolo 12 sancisce che il turnista che non si presenterà alla chiamata incorrerà nella relativa sanzione. Gli articoli 13, 14 e 15
determinano le modalità sanzionatorie ai non osservanti.
Le strade comunali di Tuenetto nello Statuto del 1884:
La strada denominata Nr.1 per Mollaro oggi è supplita dalla strada che dalla piazza scende al Bocciodromo per congiungersi al ponte sul rivo di
Mollaro (Panaròtta) con la S.P.13; nel 1923 si dipartiva dal paese e attraversando gli impianti della Miniera san Romedio arrivava fino al medesimo ponte
sul rivo di Mollaro (Panaròtta).
La strada Nr.2 per Priò si diparte dalla Ponta de stradón e attraverso le proprietà denominate Mont superata la località Curva
del Sifón giunge al Belvedere de la Pasca ai confini con il Comune catastale di Priò.
Qui inizia la strada Nr.3 al Cirò che giunge fino alle proprietà comunali del Cirò.
La strada Nr.4 ai Plazi inizia nel paese e percorre le campagne verso sud giungendo al rivo di Tuenetto ai confini con Dardine.
La strada Nr.5 a Vignòla dal paese porta ai Campi Longhi per scomparire nella parte boschiva che scende nella valle del Rivo di Tuenetto ai
confini con Dardine.
La strada Nr.6 alle Vill inizia nei pressi della Chiesa e sale in località Traversara (Plazón) fino ai confini con Priò.
La strada Nr.7 al Dòss parte dalla Crós dei Plazi e percorre la dorsale che separa la campagna di Tuenetto con le Palù (la valle
formata dal rivo di Tuenetto) e arriva in località Vilata.
La strada Nr.8 al Sentiero partendo dalla piazza del paese, oltrepassava il portico di casa Coletti e scendeva nella valle attraverso i Ponzèi
collegandosi con Mollaro (cancellata negli anni '60 questa strada oggi è sostituita dalla strada sentéri da Molàr o curta) che ha un tracciato
molto meno ripido.
LA MANUTENZIONE DELLE STRADE COMUNALI
Sulla questione della manutenzione delle strade, in particolare il tronco che da Mollaro portava a Tuenetto con l'attraversamento del Rio Panarotta in località
Valleselle, dove spesso si verificavano dilamazioni per via delle piogge, le controversie con le comunità di Priò e Vervò sono continuate fino alla metà
del secolo scorso. Tant'è che di queste questioni è tuttora vivo il ricordo tra le persone più anziane di Tuenetto. Peraltro, in relazione a questo tema, nel
ex Archivio comunale di Tuenetto sono conservati alcuni documenti che lo testimoniano ampiamente.
Ad esempio il documento firmato dal Capitano della Provincia il 1 aprile 1911 nel quale si
ammonisce il comune di Tuenetto a rispettare i propri obblighi richiamandosi all’antico accordo stipulato il 28 agosto 1841 (riportato sopra) cioè a manutenere
la strada per Vervò sul tratto che interessava il proprio territorio.
Altra dimostrazione dei continui diverbi tra le comunità servite dalle strade comuni, è quella datato 16 dicembre 1912 nel quale la Giunta Provinciale della
Contea Principesca del Tirolo, intima il comune di Priò “a concorrere alla spesa occorrente per il ristauro della strada da Mollaro a Vervò.
Vedi
Vertenze simili (se non le stesse) non mancarono anche negli anni successivi; ancora nell’agosto del 1927 il podestà di Taio, dottor Emilio Reich (in qualità
di capo comune di Tuenetto alla data non ancora formalmente soppresso) deliberò di concorrere, con una spesa di 200 Lire, alla riparazione della strada per Vervò
nei pressi del torrente Panarotta franata in seguito alle piogge…”. Vedi
LA STRADA PER LA PARROCCHIA
Quello con Torra è sempre stato un importante collegamento per Tuenetto. La Pieve, fino agli anni sessanta, era il fulcro della vita religiosa, soprattutto per
Tuenetto che dipendeva da quella parrocchia. Per questo motivo è facile immaginare quanto fosse importante la strada che portava a Torra. Oltre alle Messe
domenicali e delle altre feste comandate, a Torra ci si doveva recare per ogni battesimo, per ogni matrimonio, per ogni funerale e quant’altro fosse di competenza
dell’Arciprete. I ragazzi vi si recavano per la dottrina, gli adulti ai vespri, insomma il collegamento con Torra era molto importante.
Ne è testimonianza il documento del 18 gennaio 1819: il Comune di Tuenetto si impegnò a pagare
una somma ai proprietari dei terreni sopra i quali per brevità i paesani di Tuenetto passavano per recarsi in parrocchia. Il sentiero, per un tratto tuttora
esistente, si dipartiva dal ponte sul rivo di Tuenetto (il ponte delle Valleselle), nei pressi dell’odierno ingresso agli impianti della Miniera san
Romedio, e saliva ripido fino a Torra. Ancor oggi si può apprezzare un tratto del sentiero delimitato da un bell’esempio di muro a secco.
Tuenetto, come tutte le altre frazioni sorelle, possiede terreni di uso civico (cioè col diritto di godimento collettivo sui beni immobili, in varie
forme come la caccia, il pascolo, il legnatico, etc. spettanti ai membri di una comunità su terreni di proprietà pubblica); in genere queste proprietà
non sono confinanti con il paese.
Questi possedimenti sono ubicati nelle seguenti località:
Le proprietà della frazione di Tuenetto
Tabella a cura dello Studio Tecnico Chini C. Torra
1 Comune Catastale;
2 Partita Tavolare;
3 Metri quadrati;
4 Il numero classifica la qualità del terreno; la classe 1 ha una rendita fiscale maggiore rispetto
ad una classe con numero superiore 2, 3, 4, etc;
* Le due piccole particelle 775/1 e 775/2 alla Cros dei Plazi, corrispondono grosso modo all'area
antistante al carica-botte.
In totale la superficie dei beni di uso civico della frazione di Tuenetto è pari a 43,1775 ettari.
I. CIRO', territorio in parte prativo e in parte boschivo a monte del paese di Tuenetto; nell'800 era classificato come "pascolivo" e fino al sopravvento
della frutticoltura fu tradizionale luogo in cui venivano assegnate le sorti di seganda, ossia le porzioni di prato da falciare, spettanti a ciascun avente diritto.
Fino alla metà del secolo scorso il Cirò era assolutamente privo di alberi, l’opera di forestazione degli ultimi decenni l’ha convertito per buona parte, in
fitto bosco con associazione di pini, ciliegi e arbusti vari.
Dal 2023 parte delle proprietà della frazione sono oggetto di interesse da parte della Miniera san Romedio per la realizzazione del progetto
Trentino Data Mine.
Il toponimo, secondo Lydia Flöss, è derivante dal latino acer, acero o cerrus, cerro con terminazione in “ò” per analogia con
Priò.
Tuenetto - sul Cirò - è proprietario delle particelle 1469/5 sul comune catastale di Torra, 545/2, 532, 533 e 534 sul comune catastale di Priò.
II. BORCOLA, questo luogo nelle antiche carte di regola è chiamato Bosco dei còleri; dosso a sud di Mollaro con quota massima di
430 m. coperto da varie specie arboree quali conifere, faggi, nocciòli (còleri) e altri arbusti; la pertinenza di Tuenetto rivolta ad est digrada
fino al rio Pongaiòla; la particella 555/2
nel C.C. di Mollaro di mq. 24.582.
III. RODEZA le proprietà in Rodeza sono documentate già dal 4 giugno 1513, con il regolamento della montagna di Predaia, Sclach,
Rodeza e Corno (bosco, prato falciabile e pascolo). I terreni posseduti da Tuenetto in Rodeza sono racchiusi nelle
particelle 2531, 2532, 2535 e 2536 del C.C. di Tres pari a 10,43 ettari. Foresta di conifere, a quota media di 1350 metri, che comprende il terrazzo ad est
dei dirupi di Val Rodéza e le pendici che salgono verso il Corno di Trés. Su questi terreni, fino a tutto l'Ottocento si praticava il legnatico
e il pascolo; ora quest'ultima pratica non è più praticata per la scomparsa della zootecnia.
IV. PREDAIA (Todes-ci), la piccola proprietà della frazione di Tuenetto, alienata con l'edificazione del Rifugio ai Todes-ci, è stata
surrogata poco più a valle dalle pp.ff. 2365/2 e 2367/6.
V. PREDAIA (Sòrt), ampia superficie boscosa corrispondente alla p.f. 2519 del C.C. di Tres,
confinante con Coredo il cui confine a nord è segnato dalla strada della Val de la Lama. I beni di Tuenetto sono denominati sòrti (le sòrt),
un tempo luogo tenuto a pascolo oggi perlopiù boschivo con conifere (abeti, larici).
VI. PAESE, proprietà costituite da terreni nei dintorni del paese: dré al Dòs,
Ponzèi, bocciodromo e altro).
La terminazione delle proprietà comuni sul monte
Nei secoli XIII e XIV le comunità di Taio, Tres, Segno, Torra, Vion, Dardine, Mollaro e Tuenetto (formanti le pievi di Taio e Torra), erano comproprietarie di
Predaia, Rodeza, Monte Corno, Via Nuova ecc. e vi furono diverse vertenze per la confinazione tra le due Pievi. Nel 1512 si ebbe la prima sentenza di confinazione
di Predaia e Rodeza tra le comunità sopradette e quella di Vervò. L’anno successivo venne scritta e ratificata la carta di Regola del Monte comune delle Pievi di
Taio e Torra. Nel 1581 una prima divisione della montagna di Rodezza, Corno e Talvaza tra la villa di Tres e le ville di Mollaro, Dardine e Tuenetto la cui
stesura definitiva fu realizzata nel 1758:
Nel nome di Nostro Sig.re Gesù Christo, che così sia. Avvenga che (secondo il proverbio) le cose
comuni per lo più, vengono comunemente neglette, quindi è che l’infrascritte Onorande Comunità delle Magnifice Pievi di Taio, e Tori hano concordemente stabilito
e conchiuso di venire alla separazione, e divisione della loro montagna comune chiamata «Rodeza» se bene questa viene denominata con più e diversi nomi specifici,
cioè del Monte, del Corno di Rodeza, dei Piani della Malga, delle Sorti di Vianova, delle Prese, di Cimamónt, della Valle Alvaggia, o sii Talvagia, della Valle
Ponìl ed altri nomi particolari quali ad ogni modo tutti si contengono sotto la maggiore della stessa montagna «Rodeza» che per l’adietro è stata goduta, e posseduta
in communione dalle nominate Onorande Comunità in forma, e modo di quattro Collomelli; l’uno de qualli vien costituito, e formato dal Onoranda Comunità di Tres, il
secondo dall’Onoranda Comunità di Taio, il terzo dalle Onorande Comunità di Segno, Vion, e Tori, ed il quarto dalle Onorande Comunità di Mollaro, Dardine, e
Thuenetto.
C'è da notare che l’accorpamento in quattro colomelli risale a tempi antichissimi e già nel documento del 1581 è annotato che:
[...]«iam multis annis et temporibus fuerit in libertate regulandi hominum et personarum ville Taii pro uno colomello,
hominum et personarum ville Tresii pro uno alio colomello, hominum et personarum ville Signi, Turri et Vioni pro tertio colomello, nec non hominum et personarum
villarum Ardeni, Molarii et Tueneti pro quarto colomello».
La Bórcola a sud delle campagne di Mollaro La cartolina mostra il Cirò prima del rimboschimento La via nuèva la strada che porta nelle proprietà di rodéza In verde le proprietà comuni al Cirò e nei dintorni del paese Le proprietà di Tuenetto in località «Borcola» Le proprietà in Predaia sul monte Rodeza e in località «Sòrt» La piccola porzione «ai Todes-ci»
Prima di analizzare la «Regola» ossia l’assemblea comunitaria alla quale erano affidate dalla comunità la prerogativa di “regolanare”, di dettare
le norme della vita economico-amministrativa del suo territorio, è utile avere presente, seppur sommariamente, il quadro della società medievale, poiché
da allora hanno origine i diritti di proprietà su terreni lontani dal territorio delle singole comunità. «Poco liete - erano definite dallo storico
noneso Vigilio Inama - …le condizioni dei Comuni e dei poveri contadini…
nel XV secolo in Val di Non. La società medievale era divisa tra il ceto dei guerrieri, quello dei sacerdoti e infine quello dei contadini che costituiva
la massa indifferenziata della collettività. Le risorse per la sussistenza erano scarsissime e i pretendenti erano numerosi. Ciascuna piccola comunità
invidiava l’altra e nella singola comunità i ceti si detestavano a vicenda. La mentalità diffusa era quella del privilegio, dell’esenzione e dell’eccezione
assunta dai ceti e anche dai singoli. In questo contesto ove regnava un cronico disordine sociale presero forma una serie di sommosse contro gli ufficiali
del potere centrale rappresentato dal Vescovo di Trento lungo tutto il XV e l’inizio del XVI secolo. Dunque la configurazione politica del territorio cui
faceva parte Tuenetto, può essere così descritta: Taio, Tres e Dermulo comunità sottoposte alla giurisdizione del Principe Vescovo; analogamente Dardine e
Mollaro. Tuenetto costituiva una giurisdizione vescovile «mediata», cioè concessa in feudo, dal Principe Vescovo alla famiglia Thun di Castel Bragher,
dinasta e giurisdicente a suo nome. Segno e Torra ricadevano nella giurisdizione «mediata» di Sporo (all’interno della villa di Torra era ritagliata
un’isola di giurisdizione vescovile che era costituita dalla Chiesa pievana con i fondi ad essa pertinenti). Queste comunità erano soggette a diverse
prestazioni gratuite (opere, materiali e servizi), a favore dei signori territoriali o dinasti locali e ciascuna esercitava sul suo territorio i diritti e i
doveri amministrativi della Regola comunitaria di villaggio. Così era ripartita l’organizzazione politica: in testa il dominus (il Principe Vescovo), nella
posizione intermedia il regolano maggiore (dinasta), all’altro capo le comunità rurali.
Si può affermare che con le carte di Regola fu raggiunto un equilibrio tra queste componenti: da una parte il controllo dell’autorità politica della nobiltà,
rappresentata dal regolano maggiore, sulle comunità, dall’altra l’acquisizione di una propria autonomia amministrativa da parte delle singole comunità.
(*) M.Welber, M.Stenico, F.Giacomoni, C.Bertolini – Taio nel XV e XVI secolo Vita di una comunità
rurale, Comune di Taio 1993 – pagg. 186 e segg.;
La Regola del 1513 dei monti di Taio e Torra
L’atto datato 4 giugno 1513, il cui originale è conservato presso l’archivio parrocchiale di Tres, riguarda il regolamento della montagna di Predaia,
Sclach, Rodeza e Corno (bosco, prato falciabile e pascolo).
La Regola, suddivisa in 22 capitoli, fu redatta con lo scopo di mettere rimedio alla cattiva gestione della montagna a causa dei danni che si verificavano
sia da parte degli animali che da parte dei confinanti sia vicini che forestieri (i pastori o segatori che risalivano il monte dal versante della Valle
dell’Adige). Esaminando il documento si scopre che l’amministrazione della montagna di Predaia è da molti secoli suddivisa in 4 colomelli ciascuno dei
quali eleggeva un proprio regolano di colomello: quindi a rotazione ogni anno due di essi concorrevano a ricoprire la carica di regolano del monte comune
(nel caso del colomello formato da più paesi si provvedeva al suo interno a far ruotare la carica di regolano di colomello). Riassumendo gli aspetti
peculiari della Regola del 1513 si nota che i regolani del monte (i due in carica annualmente) erano incaricati di convocare l’assemblea generale la seconda
domenica di luglio a Vion. In particolare il consesso trattava della ripartizione e distribuzione delle sorti prative di Predaia e dei monti circostanti,
la manutenzione della viabilità montana, l’esame delle denunce dei saltari (pubblico ufficiale preposto alla custodia dei campi o dei boschi). Gli uomini
designati per il colomello di Dardine, Mollaro e Tuenetto in quell’occasione furono Nicolò Morat di Tuenetto e Son di Dardine (Nicolaus Morat de Tueneto
et Sonus de Ardino, ellecti per regulanos dictarum villarum videlicet Ardeni, Molarii et Tueneti).
Un terzo dei 22 capitoli riguarda espressamente i prati di montagna: sono dettate precise norme per le operazioni di segagione. L’articolo 4 fissa l’inizio
dello sfalcio il primo giorno dopo san Cristoforo (25 luglio). All’articolo successivo è fatto divieto di trasportare il fieno alla villa prima di tre giorni
dall’inizio dello sfalcio, per dare il tempo a tutti di concludere i lavori di sfalcio onde evitare di danneggiare col passaggio dei carri gli appezzamenti
non ancora falciati. Il resto degli articoli riguarda la manutenzione e l’uso delle strade, il taglio di legname, la regolamentazione delle calcare e delle
carbonare.
Il regolamento forestale del 1556 per le ville di Mollaro, Segno, Torra e
Tuenetto
Il documento datato 4 gennaio 1556 il cui originale in pergamena è conservato nell’archivio della Biblioteca Provinciale dei PP. Cappuccini di Trento,
riporta il regolamento per lo sfruttamento delle risorse forestali delle ville di Mollaro, Segno Torra e Tuenetto dei boschi di Zirò, Bósc’, Dòs e Agnia.
Esaminando l’atto che consta di 13 articoli, si nota in particolare la rilevanza assunta dal bosco come fonte di risorsa per l’economia delle comunità della
Pieve di Torra. Basti dire che la maggioranza degli articoli dispongono il divieto di tagliare pini, querce, larici e abeti nei predetti boschi, e la proibizione
di far brocone, còleri e rolla (il brocón serviva da lettiera per gli animali ed è l'erica; còleri voce dialettale per significare nocciòli;
la rolla dovrebbe corrispondere al vocabolo dialettale èrola cioè èdera). Diversi articoli concernono la «saltaria» ovvero l’ufficio di
guardia boschi che toccava a turno alle quattro ville consorti. La Regola era convocata ogni anno il 18 ottobre nel giorno di san Luca.
Alla stesura della Regola davanti al notaio Simone del fu ser Antonio fu ser Nicolò Chini di Segno erano presenti per la villa di Tuenetto Zanoto del fu Baldassare
Morati di Tuenetto piccolo, regolano della detta villa di Tuenetto piccolo, presenti e consenzienti suo fratello Giovanni, Eusebio figlio del fu Gaspare Morati,
Eusebio figlio del fu Melchiore Morati (Zanotus filius quondam Balthasaris Morati de Tueneto parvo regulanus villae dicti Tueneti parvi, presentibus Ioanne
eius fratre Eusebio filio quondam Gasparis Morati, Eusebio filio quondam Melchioris Morati, consentibus).
Un secondo regolamento forestale riguardante questi boschi fu elaborato nel 1697 mantenendo le linee generali del primo soltanto adattandole alla nuova situazione.
Scorcio di Tuenetto in un dipinto eseguito da un soldato tedesco durante l'ultima guerra (Propr.
Elsa Melchiori)
Prà Colombai
Nel corso del XV secolo scoppiarono violente contese tra gli uomini di Tres e gli altri paesi della Pieve di Torra. Era accaduto che nel 1445 alcuni uomini
della Pievi di Torra e Taio si erano recati armati sul monte Prà Colombai, località poco sopra l’abitato di Tres sul confine con Vervò, con l’intento di
danneggiare quelli di Tres che si reputavano legittimi proprietari del gazzo (bosco recintato, novello, in dialetto “giaz”). Nonostante
l’intervento dei saltari avevano cominciato a tagliare le piante e fu così che quelli di Tres inoltrarono un procedimento contro le comunità delle Pievi
di Torra e Taio allo scopo di difendere il proprio patrimonio boschivo. Dall’altra parte, in risposta a questa petizione, si sosteneva che Prà Colombai
era da sempre un possedimento comune in uso collettivo con quelli di Tres. Per dirimere la lite si delegarono il capitano generale della città di Trento,
al vicario della comunità di Cunisberg “Iudices, Auditores, et Commissarii deputati”. Questi recatisi sul luogo della controversia assunsero uomini
onesti di provata fede ed amanti della verità per controllare i confini e le parti sottoposte all’attenzione dei commissari. Sentiti i testimoni ed esaminate
le prove, la commissione stabilì che le molestie fatte dagli uomini delle Pievi di Taio e Torra fossero punibili con il pagamento di 100 grossi da versare
nella cassa vescovile e che a Tres dovesse essere restituito il pieno possesso di Prà Colombai. Pronunciata questa sentenza le comunità pievane
decisero di opporvisi, ma con sentenza del 25 maggio 1447 i giudici decisero di confermare la condanna alle comunità di Taio e Torra, unico loro diritto
riconosciuto fu quello di transitare sul monte e nel gazzo per il trasporto del legnatico e del fieno come avevano sempre fatto.
Rodeza, Predaia e Monte Corno
Con documento datato 1438 le ville di Taio, Tres e quelle della pieve di Torra (tranne Vervò) ricevettero l’immissione nel possesso del monte Rodeza da
parte dei Thun come riconoscimento per i servigi prestati dalle comunità ai nobili di Castel Bragher. Trovandosi però questa località a confinare con le
pertinenze di Vervò, sorsero subito questioni di confine che furono origine della lite scoppiata nel 1509 tra Vervò e le comunità delle Pievi di Taio e
Torra. Poiché da tempo si verificavano risse e discordie per dirimere la contesa si decise di affidarsi ad una commissione di arbitri. Alla presenza dei
sindaci e dei testi la commissione di giudici fissarono i termini di confine assegnando la parte meridionale della Rodeza a Vervò.
Il problema si ripropose solo tre anni dopo, nel 1512, per l’uso del monte comune di Rodeza e della Predaia. Fu nominata una commissione arbitrale che
il 12 settembre 1512 “non per viam iuris, sed per viam pacis et concordii” annullò la sentenza del 1509 e furono fissati nuovi termini. Con questa sentenza
si procedette alla suddivisione della montagna nelle pertinenze delle singole comunità confermando antichi termini.
Fino agli anni venti del secolo scorso il Comune di Tuenetto, procedeva annualmente, in genere verso la metà di luglio, all’incanto per la vendita di “pezzi
di segande fieno nella montagna Rodezza”. La parte del monte comunale Rodezza destinato a fieno era suddiviso in tre parti: la prima detta “dei
grassi”, la seconda “alla busa dei piani” e la terza detta “punta dei piani”. Un quarto lotto era assegnato in Predaia (alle “sorti”).
Confrontando le aste di diverse annate sul finire dell’800, il prezzo di prima “grida” assegnato ad ogni lotto era di 5 fiorini per il primo, 6 per il secondo e
4 per il terzo; il quarto lotto, alle “sorti” in Predaia per il prezzo di fiorini 1. La vendita era regolata da precise condizioni: la seganda durava solo
per l’anno in corso; il taglio dell’erba doveva essere eseguito non prima del giorno stabilito dalla rappresentanza comunale; il fieno doveva servire per il solo
uso interno della villa di Tuenetto; per ogni seganda erano assegnati anche due “palanchi” (in dialetto late, servivano per tener fermo sul carro
il fieno fasciato con le funi, fum; ne occorrevano almeno due, una per lato) che non potevano però essere tagliati che in seguito della designazione della
guardia boschiva: la seganda era attribuita al miglior offerente partendo da una base d’asta.
Oggi, sopravvive una modalità analoga per il legnatico: un’apposita commissione dopo aver numerato le sorti prescrive i termini e l’assegnazione avviene mediante
l’estrazione del numero da parte degli interessati che ne hanno fatto richiesta.
Bosco dei Còleri
Nel documento del 5 ottobre 1745 nel quale è ratificata la divisione del monte tra le comunità delle pievi di Taio e Torra si stabilì di procedere alla
spartizione del bosco detto ai Còleri.
La località è un bosco di circa 200 ettari piantato a conifere che dalla piana di Mollaro digrada verso sud. Per l’uso di questo bosco già esisteva dal 1556
la Regola che fu rinnovata nel 1697 (per Tuenetto da Melchiore Melchiori) e tuttavia la frequenza delle controversie e l’incapacità di difendere il patrimonio
boschivo spinsero alla convinzione che era meglio spartirsi pascoli e boschi in singole pertinenze. L’8 settembre 1741 i rappresentanti delle ville di Segno,
Torra, Vion e Tuenetto si riunirono al “Plan del Sant” per discutere sulla distribuzione delle porzioni di selva (che secondo un antico costume
venivano estratte a sorte). A Mollaro con le ville consorti di Torra e Tuenetto fu concesso il privilegio di scegliere la porzione che voleva, ma nonostante
gli accordi le ville di Segno e Vion fecero causa contro questo beneficio. Tre anni dopo le ville giunsero alla divisione del bosco comune come era stato
originariamente pattuito. Fissati i termini la prima parte, quella nei dintorni di Mollaro spettò a Mollaro, Tuenetto e Torra, la seconda a Segno e Vion. Nel
maggio 1771 il colomello di Mollaro, Tuenetto e Torra decisero di spartirsi il bosco in due parti uguali. Alla comunità di Tuenetto spettò la parte di bosco
dal termine della Borcola (o Crosara) fino al rivo Pongaiola verso Toss.
Bosco del Cirò
Il luogo detto Cirò è situato a nord del paese di Tuenetto un tempo era un’importante risorsa forestale e anche pascolativa per gli ampi prati alternati
alla fitta selva. Il Cirò a far fede agli antichi documenti sembrerebbe far parte delle pertinenze di Torra e tuttavia l’uso di questo territorio fu
oggetto di contese senza fine tra le ville della pieve di Torra concluse solo con la divisione. La prima vertenza è attestata nel 1327 quando le ville di Torra,
Vion, Segno, Mollaro, Tuenetto e Dardine fecero causa contro Priò perché gli uomini di questa villa impedivano a quelli delle prime di pascolare il bestiame nel
luogo detto «le Mosnelle» come s’era fatto pacificamente per molti anni. L’arbitro nominato a dirimere la vertenza riconobbe alle ville della pieve di
Sant’Eusebio lo “ius pasculandi” in comune con Priò, a cui riservò comunque il diritto di fare legna, di raccogliere pietre e tutte le altre attività
silvestri tranne “frattare”, zappare e arare.
In seguito fino al 1509 non vi sono altre informazioni sull’uso del Cirò. In questo anno furono piantati i termini del bosco con i vicini di Tres. I
beni appartenuti agli abitanti di Malgolo (il villaggio che si presume si trovasse nelle pertinenze della pieve di Torra) erano divenuti proprietà di Tres i
quali uomini oltrepassavano regolarmente i termini per far legna e pascolare nel territorio di Torra. Per evitare lungaggini processuali, le parti decisero di
venire ad un compromesso e si rivolsero a degli arbitri che ebbero l’incarico di fissare i termini di confine. Considerate tutte le carte e le posizioni il collegio
arbitrale delimitò le proprietà. Questa sentenza non venne però accolta dagli uomini di Tres che la ritenevano svantaggiosa e il 16 aprile del 1510 il Capitano
generale delle valli emise una seconda sentenza che però ricalcava sostanzialmente la prima. Un regolamento del 1556, che riguardava anche il Cirò, non impedì
che nel 1611 insorgesse un’altra lite tra i vicini di Priò e quelli delle altre ville. Il motivo del contendere fu ancora quello riguardante il diritto di pascolare
nella località «le Mosnelle» per le ville della pieve di Torra. Esaminate tutte le testimonianze, vista la sentenza del 1327, Priò fu condannato al pagamento
dei danni subiti dalle ville della pieve di Torra per le illegittime pignorazioni fatte. Anche il Cirò analogamente al bosco dei Còleri fu spartito
tra le varie comunità con documento datato 27 settembre 1745.
Attualmente i beni ad uso della frazione di Tuenetto sul Cirò corrispondono alle particelle 1469/5 sul comune catastale di Priò, 545/2, 532, 533 e 534
sul comune catastale di Torra.
La puntuale regolamentazione dei boschi non evitò liti e cause processuali che si riproposero sempre uguali nel corso dei secoli dimostrazione della grande
importanza che le comunità attribuivano ai beni silvopastorali.
Nel corso del 2020 c'è stata una variazione delle proprietà comunali di Tuenetto nelle vicinanze della cros dei Plazi; una piccola porzione è stata
permutata con altro terreno i cui confini sono ad ora sconosciuti sottoscritto.
JACOPO ANTONIO MAFFEI – Periodi istorici e topografia delle valli di Non e Sole, 1805 - p. 123
Jacopo Antonio Maffei è uno dei personaggi di spicco della valle di Non. Nato a Revò nel 1745 conseguì la laurea in filosofia. Dopo gli studi, rientrato
a Revò, si dedicò principalmente alla gestione delle proprietà agricole di famiglia. Amante dell’erudizione era in collegamento con le massime autorità
intellettuali della sua epoca e fu membro dell’Accademia roveretana degli Agiati. L’amore per la sua patria produsse l’opera in cui così menziona Tuenetto:
Verso mattina su d’una eminenza si ritrova una picciola Villa detta Tuenetto; questa è composta da cinque o sei case, che comprendono dodici in tredici
famiglie tutte del medesimo cognome Melchiori fuorché una. Questa Villa con alcune case disperse nelle contigue Ville formano un feudo, e li abitanti di essa
sono sudditi peculiari de' Conti di Thunn di C. Brughiero, e Caldes, come abbiamo testé accennato.
GIOSEFFO PINAMONTI – La Naunia descritta al viaggiatore, 1829
Don Gioseffo Pinamonti, intellettuale, uomo di scienza e di religione, filosofo, commediografo nacque a Rallo nel 1783 e morì nel 1848. Educatore di rampolli
di famiglie nobili dell’orbita della famiglia Thun, si impegnò molto per aiutare la sua valle ad uscire dalla miserie di quell’epoca. In questa sua opera, che
precorre le più moderne guide turistiche, non registra Tuenetto.
AGOSTINO PERINI – Dizionario corografico del Trentino, 1854
Di ingegno poliedrico, Agostino Perini nacque a Trento nel 1802 si impegnò in diversi lavori tra cui applicato forestale, maestro di disegno, segretario della
Società Agraria e tipografo. Pubblicò vari saggi di argomento geografico e storico. Nel 1836 fu ascritto all’Accademia degli Agiati di Rovereto. Fondò nel 1848
la Gazzetta di Trento, organo di stampa del Comitato patrio trentino, che promuoveva una vivace campagna per l’autonomia del Trentino dal Tirolo tedesco. Morì
a Padova nel 1878. Così descrive Tuenetto:
Capitanato di Cles, distretto giudiziale di Mezzolombardo. Abitanti 105, case 13. Estimo fiorini 2212, cor. 55. Piccolo villaggio situato alla sinistra del
Noce, il quale formava anticamente una giurisdizione dei conti Thunn, e giace poco discosto dal castello originario di questa famiglia.
OTTONE BRENTARI – Guida del Trentino, 1890 - p. 45
Ottone Brentari nacque a Strigno nel 1852, fu geografo, storico, giornalista e politico italiano,
irredentista e autore di numerose guide turistiche del Trentino. Morì a Rossano Veneto nel 1921. Nella sua Guida accenna sommariamente a Tuenetto:
A pochi minuti a N di Mollaro è Tuenetto (c. 15, ab. 96, estens. 0,26 km2); chiesetta di S. Rocco.
CESARE BATTISTI – Guida di Mezzolombardo e dintorni, 1905 - p. 111
Cesare Battisti nacque a Trento nel 1875, fu fervente patriota, giornalista, geografo, politico
socialista e irredentista italiano. Celebre per il suo irredentismo fu nondimeno un valente geografo le cui opere sono fondamentali per lo studio del Trentino.
Morì a Trento per mano del boia nel 1916. Nella sua guida, Tuenetto viene appena sfiorato:
Da Mollaro si prosegue per TUENNETTO (m. 493) a destra e a sinistra per TORRA.
CARLO GIUSEPPE CALLOVINI – Guida storica e turistica dell’Anaunia, 1971 - p. 138
Carlo Giuseppe Callovini nacque a Brez nel 1916, venne ordinato sacerdote nel 1940. Dopo essere stato cooperatore a Revò, fu nominato beneficiato di S. Maria
Maggiore a Roma, dove rimase fino al 1985, anno del suo pensionamento. Nello stesso anno si trasferì a Trento dove morì nel 1988. Compilò un’agile guida della
Valle di Non dove Tuenetto è così ricordato:
Nel 1432 una peste avrebbe quasi distrutto il paesino che segue, TUENETTO (m. 493). Ha ancora 80 abitanti, con una bella chiesina in onore a S.Rocco,
risalente al 500 e restaurata nel 900, con decorazione del Pancirolli (1915) e la pala dell’altare del
Costanzi (1715).
ALDO GORFER – Le valli del Trentino (Trentino occidentale), 1975 - p. 663
Aldo Gorfer nacque nel 1921; noneso di Cles, fu un giornalista professionista. Autore di numerose
opere fondamentali per la conoscenza di vari aspetti del Trentino. Morì nel 1996. In questo suo lavoro presenta Tuenetto con qualche imprecisione, ma toccando
le peculiarità del paese:
Il paese è stretto in una spianata tra le valli del Rio Maggiore e del Rio Panarotta, dominato, a nord, dalla costruzione della chiesa di Torra, alta sul dosso
roccioso. La tradizione vuole che Tuenetto sia stato spopolato dalla celebre peste del 1439; si salvò soltanto una donna che, sposatasi
con un certo Melchiorre, servo dei conti Thun di Castel Bragher, avrebbe dato nuova vita al paese. Tuenetto, infatti, dipendeva dalla giurisdizione di quel castello,
mentre, invece, Segno e Torra, erano dipendenti dalla giurisdizione di Castel Thun. La chiesetta di S. Rocco (ricordata nel 1579) è isolata nei campi con il cimitero
a lato. Il sagrato è recintato da pilastrini che reggono dei ferri battuti. La statua del santo protettore campeggia nella nicchia sopra la porta. L’altare ligneo è
stato dipinto nel 1715 da G.B. Costanzi. La decorazione è di P. Pancirolli (1915). [1913]
Presso Tuennetto, sulla strada provinciale, c’è il deposito dell’acquedotto potabile della zona, che sottese gli antichi pozzi, costruito su progetto dell’Ing.
Apollonio negli anni Trenta. [trattasi in realtà dell'acquedotto ad uso irriguo]
Anni 60 - In primo piano Mollaro sullo sfondo Tuenetto e le sue campagne La foto mostra la fontana al centro della piazza Foto aerea della metà degli anni '80 Nella fotografia è ben visibile la strada Nr. 2 per Priò Veduta di Tuenetto e delle sue campagne da nord Le varsèle viste da Torra (1 marzo 2021) Tuenetto visto dalla «val» 2016 - Vista dai dossi di Torra (da ovest) Tuenetto invernale 16 gennaio 2011 Tuenetto visto dal ciampét 5 dicembre 2020 Tuenetto visto da ovest Veduta di Tuenetto da Mollaro, evidente la trasformazione del «Cirò» La «val de la Lama» in Predaia segna il confine tra Tuenetto e Coredo La strada della «val de la Lama» La via nuèva la strada che porta nelle proprietà di rodéza La strada della bórcola sul versante a est (proprietà di Tuenetto) in disuso Anni 20 - Veduta dal Cirò, le «valesèle» coltivate a vigneto Il «Bàit del Milio», l'unico edificio di Tuenetto che mantiene l'aspetto originario
1749 Aggiustamento proprietà «al Dos»
1869 Coltura da darsi al «greggivo al doss»
1874 Offerta di affitto per il «pezzo greggivo e prativo al ponzèl»
1789 Vendita di una «arativa e vineata alle sclavete»
1896 Miglioramento della strada comunale vecchia per Mollaro
Ragionamenti sull'origine del nome
47. val zo a la
- Avvallamento che separa i CC.CC. di Mollaro e Tuenetto, vi scorre il rio Panaròtta (Rio Mollaro), corrispondente pure al ponte che lo
attraversa, è orientata da N a S. Il vecchio ponte in legno fu sostituito dall'attuale in cemento realizzato dall'impresa di costruzioni
Franco Covi di Segno nell'ottobre del 1957. - Var. (zo al) pònt.
48. val da Dàrden
- Valle che separa i C.C. di Tuenetto e Dàrdine, vi scorre il Rì de Tuenet, è orientata da Est a Ovest.
49. valéta
zo a la - vallècola - N manóscole, E lizài, O vignòla, - L.F. Campi Longhi - Piccola valletta con orientamento da nord-est a sud-ovest con
vegetazione spontanea. Termina alla confluenza del Rio Panarotta con il Rì de Tuenet.
50. valsèle o varsèle
su a le - incolto - N dòs de la Ema, E C.C. Priò, S busa, O miniera - L.F. Plazoni - Area su cui sorgono attualmente gli impianti industriali
della Miniera San Romedio; terreno argilloso ricco di sorgenti. Nei documenti ottocenteschi si trova spesso nella forma «Valleselle».
51. vetóre
a le - frutteto - E strada de la cros, S pradi, O mèide - L.F. Campi Longhi - Subito a Sud dell'abitato, frutteto pianeggiante. Si ipotizza
che il toponimo «vetóre» derivi dal nome dalla famiglia, ora estinta, dei Vittori.
52. vignòla
zo ‘n - frutteti - N ciampi longi, O bosc’ - L.F. Campi longhi - Terreno a forma di mezza luna in declivio parte verso Sud e parte verso Ovest.
In documento 3-12-1539 nr. 391 «prà da Vinòla».
53. vil
via a le - frutteti - N strada de le vil, E vilàta, S strada de dre al dos, O sclavéte - L.F. Traversara - Frutteti in declivio rivolti a Ovest.
Toponimo abbastanza frequente nel Trentino; Ernesto Lorenzi nel suo Dizionario lo fa derivare da «guil», ossia ovile
(il nome locale «guil» - e sue varianti - è abbastanza diffuso nelle Valli del Noce; nel C.C. di Vion «ghil», Vervò «guil»,
ma anche Dimaro, Mezzana, Pellizzano e Pejo).
54. vila
- Nucleo centrale dell’abitato corrispondente agli edifici che affacciano sulla piazza.
55. vilàta
su a la - frutteto - N plazóni, E strada de dre al dos, O vil - L.F. Traversara - Frutteti in leggera pendenza verso Ovest. Terreni confinanti
con le «vil», del quale toponimo è diminutivo.
56. vinciàu (vinciào)
- Luogo corrispondente alle case più vicine alla chiesa. Toponimo in disuso dal significato oscuro. Il toponimo assomiglia al termine «vincèl»
che in noneso vuol dire fascio di frasche verdi, è però arduo individuare un nesso col nostro nome di luogo. Un legame con l’assonante nome tedesco
della Valle Venosta, «Vinschgau», è altrettanto improbabile. (Var. via a la glésia).
Altri nomi di luogo incontrati nella ricerca e ancora usati, ma facenti parte dei confinanti comuni catastali di Torra e Priò, sono:
57. presa
su a la - grotta - C.C.Torra, E Cirò, O Miniera - L.F. Plazoni – Grotta in località «varsèle» dove scaturisce la sorgente dell’acqua
potabile che servì Tuenetto fino alla fine degli anni ’70.
58. pissarèla
su a la – cascata - C.C.Priò (loc. Torchio) – Cascatella d’acqua sul rì de Tuenet che segna il confine ad est tra Tuenetto e Priò;
il salto d’acqua solitamente esiguo assume, specialmente a primavera o con le forti piogge, un aspetto più grosso e rumoreggiante ben udibile dal
paese.
59. bus ént al - frutteto - C.C. Torra - Terreno in pendio rivolto a est,
sulla destra del rio Panaròtta di fronte agli impianti della Miniera san Romedio. Lungo il confine a ovest di questo terreno passa il sentiero
che da Tuenetto sale a Torra, oggi in disuso. - Var. Ént al busón
TOPONIMI NEI DOCUMENTI ANTICHI
Elenchiamo alcuni nomi locali rilevati nelle vecchie carte ora non più usati. Alcuni sono stati localizzati per altri non è stato possibile
individuarne l'ubicazione.
1884 Statuto delle strade del Comune di Tuenetto
Nel 1923, per ottemperare alla legge sui lavori pubblici, il Comune di Tuenetto compilò l'elenco delle strade comunali che corrisponde a quello del 1884. Quelle
strade sussistono tutt’oggi anche se con qualche modificazione.
1923, ELENCO DELLE STRADE COMUNALI
Nr. Nr. p.f. Strada Partenza e arrivo Larghezza mt. Lunghezza metri
1 888/2 per Mollaro Paese / Ponte 4 446 2 891 per Priò Ponta de stradon / Confini Priò 4 450 3 892 al Cirò Valleselle / Cirò 3 345 4 881 ai Plazi Paese / Rivo Tuenetto 4 450 5 883 a Vignola Paese / Rivo Panarotta 4 380 6 889 alle Vill Chiesa / Confini Priò 3 330 7 879 al Doss Croce ai Plazi / Vilata 3 400 8 884 al Sentiero Paese / Sottoportici 1,50 90
LUOGO C.C.1 P.T.2 N.PART. SUPERFICIE 3 COLTURA CLASSE 4
CIRÒ TORRA 15 1469/5 9.981 Pascolo 2
CIRÒ PRIÒ 109 545/2 17.271 Pascolo 4
CIRÒ PRIÒ 54 532 5.154 Prato 6
CIRÒ PRIÒ 54 533 4.266 Prato 4
CIRÒ PRIÒ 54 534 2.032 Prato 5
CIRÒ TUENETTO 11 660 90 Pascolo 5
BORCOLA MOLLARO 108 555/2 24.582 Bosco 4
PREDAIA (Sòrt) TRES 122 2519 234.832 Alpe 5
PREDAIA (Todes-ci) TRES 122 2365/2 1.600 Alpe 6
PREDAIA (Todes-ci) TRES 122 2367/6 1.481 Alpe 6
PREDAIA (Rodeza) TRES 122 2531 8.927 Bosco 4
PREDAIA (Rodeza) TRES 122 2532 73.753 Bosco 5
PREDAIA (Rodeza) TRES 122 2535 4.489 Bosco 4
PREDAIA (Rodeza) TRES 122 2536 17.145 Prato 8
PAESE (Ponzèi) TUENETTO 11 599/1 649 Bosco 6
PAESE (Slavina) TUENETTO 11 641 1.699 Bosco 6
PAESE (Slavina) TUENETTO 11 642 8.170 Bosco 6
PAESE (S.P.13) TUENETTO 11 643/1 230 Bosco 5
PAESE (Parco giochi) TUENETTO 11 699 113 Improduttivo 0
PAESE (Dré al Dòs) TUENETTO 11 750 727 Bosco 6
PAESE (Dré al Dòs) TUENETTO 11 751 2.000 Bosco 6
PAESE (Dré al Dòs) TUENETTO 11 752 457 Bosco 6
PAESE (Dré al Dòs) TUENETTO 11 761/1 5.988 Bosco 6
PAESE (Dré al Dòs) TUENETTO 11 761/2 879 Bosco 6
PAESE (Dré al Dòs) TUENETTO 11 761/3 1.183 Bosco 5
PAESE (Dré al Dòs) TUENETTO 11 761/4 514 Bosco 4
PAESE (Dré al Dòs) TUENETTO 11 761/5 2.879 Bosco 5
PAESE (Dré al Dòs) TUENETTO 11 761/6 270 Bosco 5
PAESE (Dré al Dòs) TUENETTO 11 761/7 241 Bosco 5
PAESE (Crós dei Plazi)* TUENETTO 11 775/1 133 Pascolo 6
PAESE (Crós dei Plazi)* TUENETTO 11 775/2 40 Pascolo 6
1849 - Incanto della segagione sul Monte Rodeza